Fluxus - "Non si sa dove mettersi"
Si continua con le recensioni, poche ma buone, ed è il caso dei Fluxus , band storica piemontese di ritorno a distanza di anni. Una band che ha sempre sfiorato il successo nonostante partisse con il pressuposto di un certo Dadaismo, di un certo modo di vedere le realtà in piena antitesi con la nostra società, il conformismo, la subordinazione schiacciata dal potere, gli ultimi veri romantici della stagione delle contestazioni firmate dalla lotta al mondo commerciale e capitalista. Nei testi ce n'è molta, sembra di ascoltare una nuova versione dei Csi , magari più pesanti e più vicini a Valium Tavor Serenase , magari più stonerggianti. Ci vogliono coglioni e i Fluxus li hanno belli girati: Licenziami, Ma ero già indietro (molto Marlene Kuntz dei tempi di Catartica, stesso discorso per Mi sveglio e sono stanco che ricorda Festa Mesta e qualcosa di "Il Vile" ), Gli schiavi felici. "Io non rinuncio a niente, sono le cose che rinunciano a me". Ogni testo è un cap...