Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Fluxus - "Non si sa dove mettersi"

Immagine
Si continua con le recensioni, poche ma buone, ed è il caso dei Fluxus , band storica piemontese di ritorno a distanza di anni. Una band che ha sempre sfiorato il successo nonostante partisse con il pressuposto di un certo Dadaismo, di un certo modo di vedere le realtà in piena antitesi con la nostra società, il conformismo, la subordinazione schiacciata dal potere, gli ultimi veri romantici della stagione delle contestazioni firmate dalla lotta al mondo commerciale e capitalista. Nei testi ce n'è molta, sembra di ascoltare una nuova versione dei Csi , magari più pesanti e più vicini a Valium Tavor Serenase , magari più stonerggianti. Ci vogliono  coglioni e i Fluxus li hanno belli girati: Licenziami, Ma ero già indietro (molto Marlene Kuntz dei tempi di Catartica, stesso discorso per Mi sveglio e sono stanco che ricorda Festa Mesta e qualcosa di "Il Vile" ), Gli schiavi felici. "Io non rinuncio a niente, sono le cose che rinunciano a me". Ogni testo è un cap...

Questo pazzo pazzo mondo dell'indie

Immagine
Se dovessimo ritrovare il vero senso dell"indie" italiano sarei costretto ad impiegare un intero articolo aprendo ulteriori questioni senza risposta, quel che è certo però è che a venir meno a volte è proprio quella filosofia indipendente che vedeva l'artista. e quindi l'opera immune da manipolazioni, al centro dell'attenzione. Questo non sempre accade e ad accorgercene ci vuole poco, basti pensare alla durata del loro successo e all'incapacità molte volte di gestire la cosa facendosela sfuggire di mano. Il meccanismo è semplice, i primi passi in quel mondo li si fanno con poca discrezionalità, i successivi sono invece più liberi tanto da denotare il vero spirito dell'artista. Lo si nota quando si sta sotto i riflettori di una scena in continua espansione che sguazza in numeri impressionanti, arrivando improvvissamente a molti, giovani e meno giovani, con un'immediatezza che quasi spaventa. All'improvviso tutti conoscono quelli che consideravi u...

Il vero "Underground" è quello di Bologna

Immagine
Un circuito ben radicato nello stivale, da Pordenone e Molfetta, da Terni a Cuneo, da Crotone a Bologna. L'ultima da molti considerata la patria dell'Undergroud, quello con la "U" maiuscola: nei '90 i   Massimo Volume e Il Sangue Misto dall'altro, ora gli Storm{o} , gli Zu (trasferiti qui da poco),  Bologna Violenta,  e Dsa Commando , Kaos ed  Inoki dall'altro. Merito anche e soprattutto di quegli spazi che offrono un ottimo spettacolo ad un prezzo accessibile. Penso alla programmazione infinita del Freak Out che propone qualcosina anche a Zona Roveri e Tpo, club, capannanoni e centri sociali, il vero polmone di un apparato musicale non indifferente. Perché non tutti possono permettersi un concerto come quello dei Metallica all'Unipol Arena. Lo studente può aspirare al massimo ad una tessera più biglietto, aspettando costantemente l'estate con i concerti gratis all'aperto. Una comunità urbana, multiculturale, a stretto contatto con qu...

3 band da ascoltare, niente di più

Immagine
Avete capito bene: 3 recensioni, 3 band da ascoltare, niente di più. Parliamo dei 124C41+ ( One to foresee for One another ), John Malkovitch! e Rea , che formano un collettivo, Augen, Licth da loro ideato, a cui fanno parte anche altre due realtà di cui parleremo in seguito, precisamente XIX e Au-delà du soleil noir . Oltre alla città di provenienza, il vero anello di congiunzione tra le band è l'attitudine sperimentale nella composizione, che passa attraverso approcci diversi. Prendiamo il caso dei  John Malkovitch! , band post-metal/post-rock, che incarna al suo interno sonorità vicine ai Mogwai facendole convivere con altre più pesanti ed articolate. Un caso borderline tra i due generi che confluiscono paradossalmente in un risultato invidiabile e decisamente interessante. "The irresistible new cult of selenium" ne è la conferma nei suoi 47 minuti di intense atmosfere cupe, tetre. La chitarra padroneggia senza mai sovrastare il resto, in completa sinergia con i...

Charles Manson: dai Beach Boys all'ergastolo

Immagine
Ecco a voi il già annunciato approfondimento su uno dei personaggi più chicchierati del 2018, topic del prossimo film di Quentin Tarantino, citato tra l'altro nella serie Tv targata Netflix "Mindhunter". La morte di uno dei più crudeli serial killer che il mondo abbia mai conosciuto rievoca vecchi fantasmi del passato, che prenderanno vita nella nuova pellicola del maestro indiscusso dello splatter. Tra il cast troviamo Leonardo Di Caprio che avrà uno dei ruoli principali nella storia ambientata nella Los Angeles del 1969, in uscita il prossimo agosto 2019 a 50 dalla strage di Bel Air. Stessa idea di Charlie Says con Matt Smith nei panni dell'efferato killer. Personaggio contorverso passato alla storia come uno dei peggiori criminali della storia degli Stati Uniti, deceduto il 19 novembre 2017 dopo aver scontato ann di carcere con tanto di 19 udienze richieste da Manson per ottenere la libertà vigilata, respinta più volte fino al 2012, scarcerazione rifiutata l...

STORM{O}, Ere e molto di più

Immagine
Il 2018 è l'anno dei ritorni, su questo non ci piove. Lo dimostra l'uscita di 'Ere, degno successore del pluripremiato  "Sospesi nel vuoto bruceremo in un attimo e il cielo sarà chiuso" . L'album della consacrazione, di fianco al nome de La Quiete , Negazione , Nerorgasmo , da sempre un esempio per molti. La nicchia implode portandosi dietro tutto ciò che è affine a quella attitudine, a quel modo di vedere le cose tipico di chi ha passato la vita in furgone, tra un live e l'altro. Più di 250 date, 5 tour Europei, in apertura ai mostri sacri del genere come Converge , Jungbluth , La Dispute , Unsane . Potrei continuare all'infinito menzionando la mole di traguardi nonché l'onesta intellettuale di una band che merita il successo per quel che fa e nel mondo in cui lo fa.   Gli  Storm{O} sono Luca (voce), Giacomo (chitarra) e Federico (Basso) e Stefano (Batteria). Quattro ragazzi di Feltre, provincia di Belluno, attivi dal 2005 con 2 lavo...

Electric Wizard - "Wizard Bloody Wizard"

Immagine
A tre anni di distanza da  Time to die  gli stregoni di Dorset, attivi dal 1993, raggiungono con facilità la quota 9 dischi con l'ennesimo lavoro, questa volta orientato verso nuove soluzioni. Gli  Electric Wizard  ci riprovano (riuscendoci) con  Wizard Bloody Wizard,  uscito per  Spinefarm  lo scorso venerdì 17 novembre, quel tocco di velocità ad una discografia tendente all'emulazione. Quella di  Dopethrone  o  Black Mass , a mio avviso irrangiungibile e forse fuori luogo, quale senso avrebbe del resto riproporre qualcosa di già fatto? Provano a moderizzarsi perdendo però l'aspetto sporco, malsano, di un sound inconfondibile e da sempre di esempio per la scena. Sono migliaia le band che si sono rifatte a loro ed è difficile fermarle. Sono riusciti a fornire gli strumenti adatti per improvvisare, sperimentare, orientandosi in quel blues per forza di cose più spinto e veloce. Non si può parlare di evoluzione, non solo i fan di lu...

Maneskin: la prova che i Talent sono la vera rovina della musica

Immagine
Fino a mo' tutto bene, tutto bene fino a quando sono arrivati i Talent Show, un target televisivo con un unico obiettivo che è quello di vendere. Guadagnare. Scegliere un prodotto, spremerlo fino all'ultimo centetismo per un disco e buttarlo subito dopo nel pattume. X Factor, The Voice, formano degli interpreti che non sanno scegliere i brani e che non riescono a scriverne di sensati. So che potrebbe sembrare drastico e forse un po' generalista ma è un discorso fondato sulla premessa di un prodotto plasmato per vendere. E poi parliamoci chiaro: quanti talenti veri non hanno bisogno di dimostrarlo davanti ad un una telecamera? Un po' però dispiace, considerando soprattutto la tristezza in quei volti, di chi dopo l'ennesimo no appende definitivamente la chitarra al chiodo e si mette a giocare a pallone. Quello che viene spacciato per promozione si rivela in realtà nient'altro che l'ennesima delusione. C'è ovviamente chi vince e riesce apparentemen...